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.Beh, io parlo solo per quello che posso vedere... E mi sembra tu abbia in certo ordine nel tenere le piante (fondo in ghiaia, vasi allineati...)
vasetti allieneati e quasi tutti quadri del 10 piu che per ordine mancanza cronica di spazio anche perche gli epi. ingombrano e oltre a quelli ho una passione per le agavi e anche quelle come ingombro non scherzano ps. se vuoi vedere la seretta che ho costruito vai nella sezione gli epifolli creano e cerca cronistoria di una serra fai da te e vedi cosa ho buttato in piedi nel mio piccolo anche se adesso non ci sta quasi piu nulla non gardare il desain è tutto fai da me. -
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A vederlo lo prendo più per un esperimento!; non hai specificato di che piante grasse intendi!; da come l'hai progettato, se abiti nel Padovano avrai in estate già con un'umidità relativa molto alta e anche una bella temperatura !!!!!! . La sfera interna ha l'uscita in alto , così avrai pensato che dalla bocca grande della sfera esterna con l'entrata posizionata più in basso ma con una parte coincidente con l'altra , entra l'aria più fresca e una parte rimane a temperare la parte bassa della sfera interna ed una parte in caduta (come fosse una cascata) va a creare un minimo di circolazione dell'aria che in teoria scongiura un'umidità relativa eccessiva sul suolo e riporta l'aria calda in uscita; la funzione dell'ulteriore bocca piccola della sfera esterna serve per creare un flusso di uscita dell'aria della sfera interna e ,posizionandola nella parte opposta non si và a scontrare con i flussi in entrata!!!!!; non penso di esserci andato molto distante!.
Considera comunque ci sono sì piante che "godono" in mezzo ad un'umidità pazzesca ,devi fare i conti , appunto con il surriscaldamento nelle ore più calde, la circolazione deve essere sufficiente a non creare muffe e malattie funginee........; comunque molto interessante!!!!!!!!. -
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Alberto ciao, il marito dice : bella forma d'estetica, ma forze se fosse un cubo sarebbe mica più pratico? la funzionalità credo sarebbe la solita adottando il tuo procedimento. Comunque faccela vedere quando l'avrai costruita. Il marito ti fa i complimenti, dice e concordo che sei molto fantasioso! . -
Albè80PD.
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Piero, in realtà il foro piccolo si trova sulla sfera esterna e serve per poter mettere e togliere l'acqua (ovviamente ci sarà un movimento verticale per fare entrare e uscire il liquido e uno orizzontale per fare collimare i fori grandi)... Qui a Padova umidità pazzesca ma io l'ho progettata per essere adattabile... Infatti l'acqua puoi metterla come no (per rendere l'aria più secca si possono mettere i sali)... Pensavo anche a qualcosa per schermare leggermente...
Lucia, la forma sferica permette di aprire e chiudere semplicemente ruotando... Questa è la componente di design in effetti e il motivo per cui nn potrei realizzarla quadrata.. -
.Piero, in realtà il foro piccolo si trova sulla sfera esterna e serve per poter mettere e togliere l'acqua (ovviamente ci sarà un movimento verticale per fare entrare e uscire il liquido e uno orizzontale per fare collimare i fori grandi)... Qui a Padova umidità pazzesca ma io l'ho progettata per essere adattabile... Infatti l'acqua puoi metterla come no (per rendere l'aria più secca si possono mettere i sali)... Pensavo anche a qualcosa per schermare leggermente...
Lucia, la forma sferica permette di aprire e chiudere semplicemente ruotando... Questa è la componente di design in effetti e il motivo per cui nn potrei realizzarla quadrata.
OK!, ti servirà anche come sfogo di aria satura!,ma senza un'uscita un po' alta sulla superficie della sfera esterna, ti si crea un'ampia calotta di umidità !; hai pensato di applicare all'interno un termometro e un'igrometro ,tanto per capire?. -
Albè80PD.
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Piero, l'idea è quella di usare il foro grande come sfogo, agendo sulla rotazione delle sfere i fori grandi possono collimare in tutto o in parte... Il termometro potrebbe essere una buona idea, potrei prevedere una striscia che cambia colore su un lato in effetti... . -
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Nella metà degli anni 80, ho costruito un grande terracquario (1100 x 500 x 1000mm l x P x H); struttura interamente in cristallo da 10 mm ; la parte inferiore/anteriore era una grande vasca di 150 lt. di acqua con pesci tropicali, nella parte inferiore/posteriore partiva una zona adibita a piante tropicali e via via tutta la parete posteriore terrazzata con vetri obliqui che con misto terra e sfagno assicuravano un buon supporto a piante epifite.una piccola pompa ad immersione di prevalenza, prelevava l'acqua nella vasca, tramite un tubo portava acqua a circa 40 cm sopra il livello e costruito un ruscello che lungo un percorso tortuoso riportava l'acqua in vasca creando una circolazione / evaporazione , poichè la temperatura dell'acqua nella maggior parte dell'anno era superiore a quella dell'aria. Nella parete anteriore ,ovviamente, nell'ambiente al di sopra del livello della vasca c'erano due grandi finestre scorrevoli in vetro su guida d'alluminio che avevano sia l'ovvia funzione di manutenzione piante che garantire il giusto punto di umidità a secondo dello "spiffero" che lasciavo .....; al di sopra di tutto c'erano 3 grandi "neon" da 30Watt cadauno, che assicuravano la giusta luminosità.
All'inizio tutto bello , le piante crescevano bene (piante tropicali da appartamento) , tendenzialmente le foglie andavano verso la luce e quando toccavano i neon si ustionavano; il terracquario era situato nell'ingresso di casa , la temperatura dell'acqua si aggirava intorno ai 24° , percio' a luce spenta non si vedeva niente causa goccioline di condensa nella parte interna dei vetri, tuttavia poi a luce accesa l'umidità calava causa il riscaldamento dei neon; il problema vero è stato invece "l'ambiente appunto"; quel caldo umido attirava insetti e creava il giusto ambiente per la loro riproduzione.......... .
Tutto questo discorso, che illustra un'altra situazione, per capire che, comunque ,quando si costruisce un "microclima" , i fattori da tenere in considerazione sono molteplici!!!!!
Buon Lavoro!!!!!!. -
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Topic futurista e interessante ma troppo complicato per me che coltivo "nature" .
Vi leggerò nel proseguo dell'esperimento.